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Storie fantastiche che narrano il trascorrere di migliaia e migliaia d’anni, perpetrate in un susseguirsi di eventi fissati in un tempo senza tempo e trasformati nella storia del mondo; narrazioni tra lotte di potere, guerre, amorose vicende, tradimenti, vendette e invidie degli dei.
Author: Dalla storia della mitologia del mondo
Messa in voce di Gaetano Marino Continue reading
C’era una volta una bellissima ninfa che diede alla luce un bambino: il piccolo Narciso. Questo era il suo nome. Egli cresceva accanto a sua madre, dalla quale era amato come pochi al mondo lo sono mai stati. Per lui nulla era troppo bello, troppo delicato o troppo prezioso. Un giorno volendo conoscere il destino del suo adorato figlio la ninfa si recò dall’indovino Tiresia, la cui sapienza era leggendaria: - Mio figlio vivrà fino a una felice vecchiaia? - gli domandò. - Sì - rispose Tiresia - Se non conoscerà se stesso. […] Continue reading
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[...] Medea prepara per Giasone un unguento magico che lo proteggerà dal fuoco sputate dai due tori e gli dona un rubino fatato, capace di proteggerlo dai guerrieri della seconda prova. Nonostante Giasone abbia superato le prove, Eeta rifiuta di cedere il Vello d'Oro, allora Giasone, sempre aiutato da Medea, addormenta il drago, messo a guardia del Vello, se ne impadronisce e torna con la nave verso Iolco con Medea. [...] Continue reading
[...] Medusa era circondata da centinaia e centinaia di uomini che erano diventati statue di pietra per aver fissato lo sguardo su di lei. "Come faccio a ucciderla senza guardarla?" si chiedeva Perseo, preoccupato. Un raggio di sole si rifletté sullo scudo di Atena, e Perseo ebbe un'idea. Si mise lo scudo davanti al viso e volò all'indietro trasportato dai sandali alati. Riuscì cosi a guardare il mostro, riflesso nel metallo lucidissimo. [...] Continue reading
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Scritto e messo in voce da Gaetano Marino La mia parte è compiuta, e adesso tocca a te, Zeus, padre onnipotente, sostenermi. Perciò ti imploro: manda qui uno che possa ricomporre il mio corpo. Ma non uno che odio, ti supplico. Non uno che mi scagli via, appena divenuto carcassa… Continue reading
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Una fiaba adottata da Freedom LAC OtticoCentro Progettazione e Applicazioni di Lenti a Contatto Gas Permeabili per Cheratocono Lenti ScleraliSiamo in via Pola, 57 – Cagliari – tel. 070 655222Pagina Facebook Continue reading
Poi una sera il destino prese in mano quel filo misterioso che decide ogni cosa della vita, nel bene e nel male, e iniziò a scorrere tra le mani di chi avrebbe scelto tra la vita e la morte. Si alzò improvviso il vento, vento forte che infuriò in un attimo. Le onde del mare vennero a infrangersi imponenti contro la riva e le rocce. Ero sperava che Leandro fosse rimasto a terra, nell’altra sponda, ma andò comunque sulla cima della torre ad accendere la grande torcia per segnalare a Leandro il punto di approdo, come ogni sera. Continue reading
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Ma alla dea dell’Amore, Afrodite, non fece piacere che qualcuno osasse mettere a confronto la sua bellezza con quella di una semplice mortale. Ma quando vide Psiche riconobbe, suo malgrado, che quella bellezza meritava davvero lodi e apprezzamenti assai maggiori. Afrodite decise di vendicarsi. Continue reading
I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell’amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo. 1) Omero Iliade XIV -l’inganno di Era - vv.153-360 2) Apollonio Rodio Argonautiche libro III – l’inganno di Afrodite - vv.1-160 3) Teocrito Il Ciclope innamorato La traduzione in endecasillabi sciolti, che vuole dare conto della dimensione fortemente poetica degli originali, cerca di fare transitare nel testo italiano alcune caratteristiche stilistiche (uso della ripetizione formulare nel testo omerico; arte allusiva e divertito distacco in Apollonio e Teocrito) dei testi di partenza. Continue reading
Da lassù Zeus e i suoi alleati sferrarono l’attacco contro i nemici olimpici. La terra conobbe distruzione e devastazione. Ci furono terremoti, maremoti, tempeste, uragani. Si spostarono e si sgretolarono le montagne, i mari furono sempre in tempesta, a un passo da sommergere la terra tutta. I fiumi inondavano le terre, i laghi scomparivano sprofondando nelle viscere della terra e le valli bruciavano! Orribili crepaci, precipizi e gorghi si formarono dappertutto. Dalle fauci dei vulcani sgorgava lava e dalle crepe d’intorno si sprigionava fumo intenso, acre, che sapeva di zolfo dal colore scuro. Continue reading
Si sentiva bruciare. Diventò Una fiamma altissima e Cassandra fece un passo indietro, spaventata. “Avrai il Dono della profezia, ma non ti servirà a nulla, perché…” Una folgore si abbatté sulla terrazza. “Nessuno, mai, ti crederà” Disse il dio. “Questa sarà la punizione per aver tradito la tua promessa!” Una pioggia pungente iniziò a scendere dal cielo, ma nessuno dei due sembrava accorgersene. “Invece che come grande sacerdotessa, verrai ricordata solo come una povera pazza! Il calore che emanava dal suo corpo era insopportabile e Cassandra si coprì il viso con il braccio. Quando lo tolse dagli occhi, Apollo era scomparso. Cassandra si guardò intorno come se vedesse quel luogo per la prima volta. Improvvisamente, tutto le era chiaro: Troia sarebbe stata distrutta dai maledetti Achei! Continue reading
In un tempo, assai lontano da un tempo senza tempo, c’era il nulla. O forse c’era solo un grande disordine, che di solito significa Kaos. Ebbene, in quel grande Kaos c’erano cose che non avevano forma, né colore, non facevano odore e nessun rumore. Quel nulla appariva appeso chissà come, e sospeso non si sa dove, ma soprattutto non serviva proprio a niente. Ed ecco che d’improvviso, in quell’abisso senza fondo, qualcosa prese forma. Nessuno ha mai saputo con certezza come e perché ciò accadde. Quel qualcosa si chiamò Gea, cioè, Terra, e nelle viscere di quella Terra ci stava il Tartaro, dove alloggiava il fuoco. Subito dopo apparve, sospeso ad abbracciare la terra, Eros, l’amore; che in futuro divenne un dio biricchino, dispettoso e beffardo. Continue reading
Così decise, li per li, che il mondo non avrebbe mai perduto il principe Demofonte. Anche se questo andava contro le leggi del cielo, lei l’avrebbe reso immortale! Demetra, le cui mani potevano far crescere tutte le piante dal seme al fiore, conosceva tutti i misteri della vita e della morte. Ma per dare immortalità a un mortale ci voleva tempo. Ogni notte la dea accendeva un fuoco con la legna raccolta, poi sollevava Demofonte dalla culla e lo posava, piano piano, sul fuoco magico. Il piccolo non si muoveva nemmeno. Dopo pochi minuti lo rimetteva nel suo lettino, spolverandogli la fuliggine dagli abiti con le dita leggere come ali di farfalla. Continue reading
Doveva esserci qualcosa di andato a male in quella pozione magica. Era ne era convinta. Prima di restare incinta di Efesto, il dio del fuoco, chiese un afrodisiaco alla maga più conosciuta e rinomata, e cara, dell’Olimpo, e il risultato fu un figlio deforme, brutto e vendicativo. La regina dell’Olimpo però era decisa ad avere un figlio dal Capo, suo marito Zeus. Occorreva un erede al suo stato ufficiale di regina. Ma questa volta niente filtri magici, nessun intruglio strano e pericoloso. Si rivolse con temerarietà e tenacia al marito, per giorni e giorni, perseguitandolo in ogni dove e per ogni dove, finché Zeus, esausto, cedette e concesse alla propria moglie una notte d’amore. Continue reading
OTTAVO E ULTIMO CAPITOLO Un’idea di balocchi Il cavallo di legno L’inganno di Sinone Il grido inascoltato di Cassandra L’ora ultima della città di Troia Il presagio di quel sogno di Ecuba Il sogno e la fuga di Enea Continue reading
CAPITOLO SETTIMO Il vecchio Priamo chiede il corpo di Ettore La morte di Achille Il triste destino del grande Aiace Il ritorno di Filottete La morte di Paride Continue reading
CAPITOLO SESTO La morte di Patroclo Il presagio di Teti Il destino di Achille Le armi del dio Efesto La pace tra Agamennone e Achille Achille ritorna a combattere Il duello tra Achille ed Ettore Continue reading
CAPITOLO QUINTO La ferita dell’eroe arciere Filottete La prepotenza del re Agamennone La punizione di Apollo e la morte nera La furia di Achille L’intervento di Atena Il duello tra Paride e Menelao L’intervento di Afrodite Continue reading
CAPITOLO QUARTO Paride presenta Elena alla città di Troia Il dolore di Cassandra Il sogno e la furia di Menelao Tentativo di riconciliazione La finta pazzia di Odisseo Dov’è Achille? La punizione di Artemide Il sacrificio di Ifigenia Continue reading
CAPITOLO TERZO Atreo e Tieste, fratelli in odio Il macabro perdono di Atreo La rivelazione del padre di Egisto Agamennone e Menelao, fratelli in fuga Soccorso dal re Tindaro La superba Clitennestra e la bella Elena Gli eroi pretendenti di Elena La scelta di Elena e il giuramento La solitudine di Elena e l’incontro con Paride Il rapimento di Elena Continue reading
CAPITOLO SECONDO Il matrimonio tra il re Peleo e la dea del mare Teti Eris, dea della disocrdia Alla più bella Il giudizio di Paride Tentativi di corruzione: Afrodite, Era e Atena Paride ritorna in patria Le tentazioni di Paride Continue reading
CAPITOLO PRIMO Nascita della città di Ilio Storia del re spergiuro Laomedonte La vendetta di Poseidone Il sacrificio di Esione L’impresa di Eracle contro il mostro Idra La vendetta di Eracle Re Priamo e la regina Ecuba Principe Paride e il presagio di fuoco. Il pastore Agelao e il prodigio dell’orsa La ninfa Enone Continue reading
Cittadini di Tebe, guardate. Questo è Edipo, colui che fu nostro onorabile re. Egli sciolse l’enigma crudele della temibile Fenice, liberando la città dalla carestia e dal terrore. Tutti sappiamo quale fu il suo valore tra gli uomini, e anche per questo molti lo invidiarono. Ora guardate, o Tebani, a quale disperata vita lo ha condotto il destino, funesto, crudele e beffardo. Che nessuno giudichi mai felice un uomo, chiunque esso sia, prima che egli non abbia compiuto fino all’ultimo respiro il suo camino di vita e sofferto nel dolore. Continue reading
Erittonio nacque da un desiderio amoroso del dio del fuoco e fabbro, Efesto. La sua fu una vera e forte passione per la dea Atena, la dea della saggezza e dell’arte della guerra. Andò così. Quel giorno, Efesto, mentre lavorava al grande fuoco della sua fucina, che si trovava, come sappiamo, nel ventre del vulcano Etna, in Sicilia, ad un certo punto non sentì più il solito frastuono che i suoi assistenti, i ciclopi, provocavano battendo forte il metallo incandescente sull’incudine con il loro poderoso martello. Il dio, a quello strano e improvviso silenzio, fermò subito le macchine. Arrestò le catene che manovravano il grosso mantice che dava vigore al fuoco, e gridò: "Si può sapere che sta succedendo? Ciclopi! Perché vi siete fermati?" Continue reading
Su un monte lì vicino, il monte Citerone, c'era un leone che viveva in una grotta. Quando aveva fame usciva e faceva strage delle mandrie di Anfitrione - quelle alla cui guardia c'era Eracle - e di quelle di Tespio, re di Tespie, che pascolavano quasi sulle stesse terre. Eracle aveva diciott'anni, sentiva la potenza sprizzargli da tutti i pori e la rabbia salirgli agli occhi ogni volta che trovava la carcassa di uno dei suoi animali mezza divorata. Andò da Tespio e gli disse che aveva deciso di uccidere il leone e che sarebbe partito dalle sue terre per andare a caccia. Continue reading
Dea guerriera ella apparve subito; e dea guerriera fu. Armata della lancia invincibile e dell’egida (una specie di corazza in pelle di capra), Atena ebbe una parte assai importante nella gigantomacchia, la famosa lotta tra Zeus e i Giganti, creature titaniche metà uomo e metà bestia: fino ai fianchi avevano una forma umana, mentre al posto delle gambe possedevano code di serpenti squamose. Uccise i titani Pallante ed Encelado. Pallante, dopo la sua morte, fu scuoiato per primo dalla dea Atena, e con la sua pelle Atena si fabbricò una corazza invincibile. Encelado, invece, l’altro gigante, fu inseguito da Atena fino in Sicilia, finché la dea lo immobilizzò lanciandogli addosso proprio l’isola intera di Sicilia. Continue reading
L'impetuoso avvento del dio Dioniso fu rappresentato da un'immagine enigmatica, in cui appare uno sguardo stupito e beffardo, e con la bocca spalancata. Ogni tratto mostra inquietudine e ambiguità avvolti in uno sfrenato delirio mistico. Quest’immagine decretò per la prima volta l’apparizione della maschera, il cui compito era quello di nascondere la verità e l’assurdo della finzione. Continue reading
Ade era un dio ricco, potente e molto temuto. Egli era il signore dell’Oltretomba. Il suo regno dunque, era popolato dalle ombre dei morti. E chi non temeva la morte? Proprio per questo ogni fanciulla o dea inorridiva all’idea di diventare sovrana di un regno dove stava sempre il buio nero nero, riempito da grida e dolore, qua e là qualche fiammata, e soprattutto, una volta entrati, non si poteva più tornare indietro. Questa solitudine con il tempo divenne per Ade un grande tormento, che lo rese triste e avvolto di una solitudine immensa: quasi nulla più aveva importanza per lui. Il suo divenne solo un semplice dovere per la parola data al fratello Zeus, ma nulla più. Di giorno in giorno Ade sentì che il suo regno dei morti aveva bisogno di trovare uno scopo che andasse ben oltre il solo regnare. Egli sentiva il bisogno di avere qualcuno con cui condividere i suoi morti e i suoi immensi tesori di sotterra. Continue reading
Poseidone, il dio che regnava sul mare, fu uno degli Olimpici: figlio di Crono e di Rea. Fratello maggiore e alleato di Zeus. Egli aveva il potere assoluto degli abissi. Le Nereidi, giovani ninfe degli oceani, gli tenevano compagnia a corte, cavalcava i cavalli marini e il suo esercito era formato da milioni di tritoni. Tutti gli dovevano obbedienza. Poseidone era sempre corrucciato e severo, gli si doveva ammirazione assoluta per il suo aspetto imponente. Mai bisognava contraddirlo. Stava sempre armato del suo tridente, che mostrava come una minaccia mortale. Era quello il suo vessillo di potere, arma invincibile. Gli bastava agitare con la punta di esso le acque del mare e subito si scatenavano maremoti e terremoti. Continue reading
Zeus decise di inviare sulla terra una creatura modellata apposta, una donna, che si chiamava Pandora, che in greco significa “tutti i doni”. Fu creata da Efesto e Atena, aiutati da tutti gli dei, per ordine di Zeus. Ognuno donò a Pandora una qualità: la bellezza, la grazia, l’abilità manuale e la persuasione Continue reading
Ma neppure Zeus riuscì a metterli d'accordo. Così Atena propose di lasciar decidere ai cittadini, chi avrebbe preso la custodia della città. Atena e Poseidone riunirono il popolo sull'Acropoli e dissero che ciascuno dei due avrebbe concesso un dono: il regalo giudicato migliore avrebbe fatto vincere la protezione della città. Continue reading
Artemide, dea protettrice della caccia e sorella gemella di Apollo, non aveva un carattere dolce, si sa. La figlia di Zeus, protettrice dei cacciatori e regina assoluta dei boschi, era sempre stata una dea scontrosa e riottosa, che per giunta aveva fatto voto di castità. L’unica volta che nella sua vita si innamorò di un giovane e forte cacciatore, bello e leale, non andò davvero bene. La storia è nota. Si chiamava Orione, il gigante, e tutti sanno che quella vicenda amorosa finì in modo tragico; per opera di un inganno del dio Apollo. Continue reading
Apollo, dicono sia un dio senza cuore? Dipende. Apollo si innamorò, eccome. Certo, non tanto spesso come suo padre Zeus ma anche a lui toccò il classico colpo di fulmine, e che colpo che fu. Capitò che Eros, dio dell'amore, non ne potesse più di Apollo, così vanitoso e così antipatico! "lo sono più bello di te", diceva Apollo. "E più bravo a comporre poesie!", insisteva. Eros lo sopportava e cercava di non rispondere alle sue provocazioni. E dai oggi dai domani, però, gli scappò la pazienza e quando Apollo ricominciò — E sono più bello di te, e suono meglio di te, e tiro con l'arco meglio di te... - decise di reagire. Alla sua maniera, però. Continue reading
Prometeo, il cui nome significa colui che prevede, fu il più intelligente tra tutti i Titani; ovviamente dopo Zeus. Prometeo era cugino di Zeus, in quanto figlio del Titano Giapeto, fratello di Crono. Sua madre appare di incerta provenienza e nome. A volte la si identifica con Asia, o con Climène, entrambe figlie di Oceano. Continue reading
Anteo era un gigante assai crudele, Tanto che appena uno straniero viaggiatore aveva la sventura di transitare nelle sue terre, questi veniva costretto con la forza a lottare e combattere contro il gigante. Dopo una lotta dura e senza riposo, né tregua, appena Anteo si rendeva conto che lo sfortunato straniero non ce l’avrebbe fatta più, e perciò se ne restava costretto a terra esausto e sanguinante, egli lo afferrava con le sue possenti braccia, piantava le gambe al suolo, lo inarcava sul proprio petto vigoroso, e con un violento colpo di reni e grido di belva umana, stritolava lo sventurato fracassandogli il torace, insieme a tutti gli organi vitali. Continue reading
Il dio Rie viaggiava su due barche solari: la prima chiamata Mandjet (Barca dei Milioni di Anni), o barca del mattino; la seconda chiamata Mesektet, o barca della notte. Queste imbarcazioni trasportavano il dio Rie nel suo viaggio attraverso il cielo e il Duat, l’oltretomba. Ma il dio Rie oramai si faceva vecchio assai, nuovi dei erano apparsi, più giovani e più vigorosi di lui; per questo riusciva difficile all’antico dio solare reggere l’insieme dell’universo con la forte e sicura mano di un tempo. Continue reading
In una delle tante di queste giornate d’attesa, d’improvviso, un generale greco, il re di Itaca Ulisse, conosciuto uomo astuto e sapiente, ebbe un’idea straordinaria. Accadde mentre attraversava, avvinto dai pensieri, il campo greco. Era il primo mattino, e come sempre si stava in attesa dell’inutile battaglia del giorno. Continue reading
Efesto il dio del fuoco, il fabbro delle opere di ingegno. Colui che forgiava armi nella sua grande officina dentro il vulcano Etna. Era così forte che per assistenti aveva i Ciclopi, giganti forzuti con un solo occhio, e per schiavi progettò e costruì un’armata di automi d’acciaio, una specie di robot. Efesto, grande architetto degli dei, figlio di Zeus e di Era. Fu lui a costruire le armi per Achille, fu lui a forgiare l’arco e le frecce per Apollo e Artemide, fu lui a costruire l’elmo e i sandali alati di Ermes, e fece pure, tra le tante opere, l’arco e le frecce di Heros. Continue reading
E mentre tornava a palazzo fischiettando, staccò un ramoscello da un cespuglio, subito quello divenne oro. Raccolse una pietra da terra e quella divenne oro. Prese una manciata di terra e quella divenne d’oro. Attraversò un campo di grano, raccolse qualche spiga e subito quelle divennero d’oro. Strinse un frutto raccolto da un albero e quello divenne oro. Ogni cosa insomma diveniva d’oro. Il dono del dio Dioniso si stava avverando. Re Mida gridò dalla gioia. Persino ad una fonte, mentre si lavava le mani, riuscì a trasformare in oro il ruscello d’acqua. Continue reading
Dopo aver compiuto le sue leggendarie dodici fatiche, Eracle andò dal re Eurito per chiedergli la mano della figlia Iole come promesso. Ma Eurito gli negò la figlia ed Eracle, in un accesso di furore uccise Ifìto, che peraltro era l'unico dei figli di Eurito ad acconsentire alle nozze dell'eroe con la sorella. Per espiare questo delitto esecrabile, in quanto compiuto in casa dall'ospite, Eracle si rivolse all'oracolo di Delfi per chiederne penitenza, ma la Pizia non volle nemmeno ascoltarlo e si rifiutò di dargli responso. Anche qui Eracle mostrò il suo caratteraccio e si mise a devastare il santuario, tanto che intervenne Apollo e si accese una lotta feroce tra i due. Continue reading
L'oltretomba era il regno dei morti e il dio Ade se ne stava là sotto al buio, tutto solo. Nascoste, nelle viscere della terra, c'era un'immensa ricchezza, ci stavano pietre preziose e i metalli pregiati per forgiare le armi. Il regno di Ade era dunque immenso, un labirinto senza fine circondato dal fiume nero che si chiamava Stige. Su quel fiume, che separava il regno dei vivi da quello dei morti, transitavano le anime dei morti. Viaggiavano a bordo di una barca condotta dal terribile capitano Caronte. Continue reading
Apollo era bello come un dio. Era nato un mese dopo la sorella Artemide e non era meno bello di lei, anzi, pareva fosse anche più bello. Bello come un apollo, come si dice di solito. E bravo e prepotente. Quando Zeus padre se lo vide davanti così bello e ben riuscito pensò di affidargli un bel po’ di poteri. E coì Apollo che era nato da poco aveva già sotto il suo dominio e la sua protezione la medicina la musica la capacità di fare profezie, la poesia, la forza di tirare frecce con abilità mortali. Ma era un dio terribilmente vendicativo e spietato. Continue reading
Intanto, Leto, ignara, si preparava a partorire. Zeus non sapeva che fare ma, si sa, le divinità hanno molte risorse, e fu così che il re degli dèi trovò una soluzione! Quando le doglie si fecero più intense e Leto era ormai vicina al parto, Zeus chiamò a sé le forze della natura e fece emergere dal mare un'isola. Nuova nuova. Eppure, Era aveva detto che un'isola non sarebbe andata bene! Già, ma Zeus era il re degli dèi e le sue pensate erano molto raffinate! Continue reading
Che cosa è il mito, quali sono i suoi misteri e i suoi epigoni? Possiamo innanzitutto dire che il mito è una piccola parola che racchiude in se il trascorrere di migliaia e migliaia d’anni, raccolti in un susseguirsi di eventi straordinari fissati in un tempo senza tempo. Nella parola mito tutto appare già in una frase posta al principio di ogni storia, che è poi la storia del mondo, e che comincia con quel “c’era una vola”. Continue reading
Per un attimo Polifemo restò muto, incantato da quella altera e furibonda bellezza. Mai nessun essere umano aveva osato parlargli a quel modo. Mai nessun mortale si era rivolto a lui con tali minacce, senza restare morto o bastonato. Anche gli dei, conoscendo la sua suscettibilità, lo trattavano con miglior garbo, rispetto al resto, consapevoli della sua forza e della sua audacia! Eppure quella fanciulla, apparentemente così fragile e delicata, osava minacciarlo e deriderlo, osava disprezzarlo ed insultarlo, senza timore alcuno. Polifemo ne restò ancora più ammaliato. Messosi in ginocchio, davanti a lei, su quell'incantevole spiaggia, avvicinò la faccia alla bianca figura, candore di latte e […] Continue reading
[…]La divina Artemide non lascerà partire nemmeno una nave, se tu, generale dei generali, Agamennone, non le avrai prima offerto un sacrificio." I comandanti presenti si guardarono l’un l’altro ponendosi domande tra gli sguardi silenziosi. "Quale sacrificio?” Domandò Agamannone. “ Dimmi, o Calcante. Io sono pronto a qualunque sacrificio." “La potente dea Artemide, vuole Ifigenia!” “Ifigenia? Mia figlia?!” Domandò Agamennone con uno sguardo di stupore disperato. "Dice la dea: 'Quando Agamennone avrà offerto a me la sua figlia Ifigenia, sacrificandola sul mio altare levandole la vita, allora io perdonerò il suo orgoglio. Solo allora la tempesta cesserà e le navi potranno partire'."[…] Continue reading
[...] Accadde una notte che li sorprese Apollo, un dio vanitoso, arrogante e geloso, ma soprattutto, dispettoso. Apollo vide la sorella Artemide che se ne andava per il mare aperto dirigendosi verso un’isola. Il dio la seguì e quando giunse sull’isola, si nascose in un anfratto di roccia, in attesa. Poi vide giungere dal mare un uomo, che nuotava proprio verso quell’isola. Quando giunse sulla spiaggia, Artemide gli corse incontro, si abbracciarono e subito una nuvola di lucciole li avvolse; poi scomparvero. [...] Continue reading
Quella notte stessa, in cui i greci uscirono dal cavallo di legno ingannatore, Enea, principe dei Dardani, figlio di Afrodite e di Anchise, cugino alleato di Priamo, vide in sogno Ettore, il figlio di Priamo caduto morto nell’ultimo duello con Achille. Ettore, in un’orribile visione, apparve con il corpo sanguinante e straziato dal carro di Achille, annunciando ad Enea l'inevitabile caduta di Troia. Continue reading
Ogni cosa ebbe inizio con la madre di Smirna, Cancreide, moglie di Cinira; una donna arrogante, alla quale non mancò la sfrontatezza di sostenere la bellezza di sua figlia da non temere confronti con qualsiasi altra donna sulla terra. “Smirna, mie care amiche, è persino più bella di Afrodite. E dato che i frutti non cadono mai lontani dal proprio albero, la stessa Smirna, si rifiutò di celebrare i sacrifici in onore della dea Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Fu un sacrilegio che fece adirare assai Afrodite, tanto da far pagare a Cancreide un caro prezzo. Continue reading
Ma Pigmalione, come tanti straordinari geni dell’arte, aveva alcune strane pretese, insieme a parecchie bizzarre necessità. Evitava di frequentare le donne, o di aver con loro qualche storia d’innamoramento. Tutte le ragazze, egli pensava, non è che non gli piacessero, anzi, ma erano noiosissime, come la sua sorellina. Egli non le capiva proprio, le donne. Come pensassero, cosa pensassero, che cosa volessero. Continue reading
Tantalo, uno dei figli di Zeus, regnava a Sipilo, in Frigia, ed era assai ricco e famoso. Se mai gli dèi dell'Olimpo abbiano stimato e onorato un mortale, questi era lui. A causa della sua discendenza, egli si conquistò la loro amicizia e da ultimo gli fu permesso di banchettare alla tavola di Zeus, partecipando di tutto ciò che gli immortali discutevano fra loro. Ma la sua superba natura umana non seppe mantenersi all'altezza di quella fortuna ultraterrena, e in diversi modi egli prese a commettere empietà e sacrilegi contro gli dei. Continue reading
Sisifo fu persino un ricattatore senza pietà, né scrupoli; nemmeno di fronte a Zeus ebbe ritegno. Accade una mattina. Sisifo se ne stava, come sempre, in agguato al solito posto, sul colle. Quando d’improvviso gli passò dinanzi agli occhi un aquila che volava velocissima verso la costa del mare. Il rapace teneva tra i suoi artigli la preda. Ma Sisifo intuì subito che quella non era un’aquila solita, e ciò che teneva imprigionata tra artigli non era una preda da cibo, come di solito poteva essere un leprotto, o un vitello o una marmotta. No, quell’aquila era Zeus, che aveva preso le sembianze di un aquila - ed era questa una sua vecchia abitudine - e quella preda non era un animale; eh no, quella era una fanciulla, la ninfa Egina, la giovane figlia del dio fiume Asopo. Continue reading
Poi venne un giorno in cui Glauco fece buona pesca. Rientrato a riva vuotò la rete sull’erba. Tra i pesci catturati ce ne erano due, belli grossi e ancora vivi. Si dibattevano e saltavano, perché sentivano che oramai la fine era vicina. Intanto strappavano a morsi l’erba su cui Glauco li aveva scaraventati. Improvvisamente, prima un pesce e poi l’altro, cominciarono a far grandi balzi per tornare verso il mare. Glauco rimase a guardarli, sapendo bene che non ce l’avrebbero fatta. Continue reading
Afrodite, la dea della bellezza, che i romani chiamarono Venere, era, secondo alcuni antichi, la figlia di Zeus e della dea oceanina Dione. Secondo altri antichi, Afrodite era nata in primavera dalla spuma del mare fecondata dai genitali di Urano, che Crono aveva reciso e scagliato in mare dopo la ribellione contro il padre. Afrodite, dal greco afros, la spuma, aveva anche l'appellativo di Urania, perché ancora figlia del Cielo. Continue reading
La Gorgone più conosciuta era Medusa, l’unica mortale delle tre sorelle e loro regina, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi. Medusa era anche la più bella, tanto bella che fece innamorare Poseidone, il dio del mare. Egli la corteggiò in tutti i modi, tant’era abituato a non sentirsi dire di no, finché riuscì a conquistarla, convincendola ad incontrarsi segretamente con il dio in un piccolo tempio dedicato alla dea Atena. Lì si amarono follemente. Lì cominciò il sogno di Medusa, un sogno che non l’abbandonerà mai più. Lo sguardo luminoso del dio del mare, i suoi baci, i suoi abbracci, le sue parole, la sua forza. Continue reading
Apollo non era un dio senza cuore. Ma venne pure per lui il tempo d’amare. E fu un tempo parecchio difficile, perché alcuni suoi amori furono orchestrati dal dio Eros, il quale aveva parecchie vendette da consumare, proprio contro, Apollo. Eros, sappiamo, aveva il potere dell’amore, o meglio degli innamoramenti, e con le sue frecce stabiliva quali tremendi turbamenti il cuore degli dei e degli uomini dovesse subire. Ed era il turbamento dell’amore corrisposto o dell’amore negato. Continue reading
Tutti sanno che il dio supremo Zeus, dopo che conquistò il trono dell’Olimpo, prima di sposare Era, colei che diverrà la sposa regina ufficiale, diciamo così, ebbe tante altre mogli. Il figlio di Crono poteva scegliere tra un bel po’ di Titanidi; e si concesse pure dopo aver nominato Era come sua consorte al trono, di conquistare tutte le fanciulle mortali che desiderasse. Egli era il re, e tutto gli era permesso, e quando non otteneva il consenso, sapeva come conquistare le sue amanti. Continue reading
Come tutte le divinità mitologiche, anche il Sole ebbe un bel po' di figli e di figlie. Tra questi, uno in particolare gli diede un sacco di problemi: Fetonte, che vuol dire "lo splendente". Fetonte era ambizioso cocciuto e prepotente. Da un po' di tempo aveva un'idea fissa, una vera ossessione: voleva a ogni costo prendere il posto del padre alla guida del carro di fuoco. Continue reading
La mitologia narrata dai ragazzi dell’Istituto comprensivo Giusy Devinu, di via Meilogu - Cagliari - Scuola Secondaria di primo Grado - classe 3a-A. anno 2018 Continue reading
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